Adalgisa la maestra e la sua eredità

Adalgisa: la maestra torinese e la sua eredità

Dalla indimenticabile scrittura di De Amicis nasce, tra i vari personaggi, la maestrina dalla penna rossa, omaggio gentile a Eugenia Barruero, maestra elementare di Torino a cui perfino La Domenica del Corriere dedicò un cameo nel 1957, quando morì.

E proprio a Torino, nello storico quartiere di Borgo Vanchiglia, si svolge la storia di Adalgisa, anch’essa maestra esemplare, che ha dedicato tutta la sua vita allo studio e ai libri.

Adalgisa nasce, vive e muore nell’antico borgo che guarda la Chiesa della Gran Madre, sulle rive del Po, in un appartamento molto bello, arredato con buon gusto, a due passi da Piazza Vittorio, salotto signorile del quartiere.

Non si è mai sposata, come spesso accadeva alle maestre di quell’epoca, dedite all’insegnamento e alla cultura, ma ha vissuto con la sorella, anch’essa insegnante, fino a quando lei è mancata, lasciandola sola.

Adalgisa, una volta in pensione, si è così definitivamente ritirata nella sua casa, circondata dai suoi amati testi di narrativa, filosofia e storia, in particolare storia italiana; nella stanza a cui era più affezionata, il suo studio, ha trascorso le giornate immersa in volumi e trattati, fino alla fine dei suoi giorni.

Adalgisa se n’è andata così, nel silenzio assordante dei suoi libri, talmente numerosi e ricercati da costituire un patrimonio di valore straordinario: i circa 400 volumi, trovati per lo più nella bella libreria del suo studio, e distribuiti in maniera più discreta in tutta la casa, rappresentano non solo una passione durata una vita, ma anche un lascito culturale di importanza rilevante.

Trovati i lontani eredi, due in Francia e due in Italia, dei quali solo uno aveva conoscenza della sua esistenza, non è rimasto, ai genealogisti di Coutot-Roehrig, che trasferire loro quel tesoro di sapere, insieme all’appartamento di Borgo Vanchiglia, ai lasciti bancari ed alcuni preziosi.

La ricercatezza culturale che ha composto negli anni la biblioteca di Adalgisa non è passata inosservata ai famigliari di uno degli eredi, particolarmente appassionati di libri, e diventati i beneficiari di un lascito culturale davvero unico.