Serendipità: il lungo viaggio di un’eredità

Esiste una parola ben specifica per definire quel momento in cui, cercando qualcosa, ci si imbatte in qualcos’altro di totalmente imprevisto, scollegato, ma non per questo meno bello, anzi forse di più.

È un po’ come quando si cerca in ufficio un documento molto importante e si ritrova quella spillatrice persa mesi prima e mai più riapparsa: ecco, la sensazione che si prova, la situazione che si vive, viene chiamata serendipità.

La storia di Giovanni, signore piemontese che viene a mancare senza eredi diretti, è il primo anello di un susseguirsi curioso di altre storie. Giovanni, che non si era sposato e non aveva avuto figli, aveva due fratelli, uno deceduto molto giovane, e un altro, sposato e mancato ai suoi cari 30 anni prima.

La ricerca degli eredi, beneficiari degli averi di Giovanni, porta in Belgio dove risiedono dei lontani cugini. Al momento della consegna del compendio, viene aperta una cassetta di sicurezza al cui interno vengono trovati dei buoni postali degli anni ‘70, non ancora scaduti.

In alcuni di questi è indicato il nome di uno dei fratelli di Giovanni e della consorte: la vedova rappresenta così un nuovo beneficiario da rintracciare, rendendo necessaria l’apertura di un ulteriore albero genealogico e relative indagini.

Si scopre così che la signora Luisa, cognata di Giovanni, non solo non si è mai più risposata, ma è mancata senza eredi diretti, non avendo avuto figli ed essendo a sua volta figlia di figli unici.

Le indagini in questo punto della storia subiscono un’accelerata: i buoni postali sono prossimi alla scadenza e occorre trovare al più presto gli eredi della signora Luisa.

Viene così finalmente rintracciato un parente di sesto grado, un uomo molto anziano ma ancora nel pieno delle proprie facoltà. Il signor Vittorio rappresenta in breve l’ultimo anello del ramificato albero genealogico di Giovanni. I genealogisti di Coutot-Roherig si mettono in contatto con lui ed egli risponde contento di quest’inaspettata eredità, chiedendosi se mai riuscirà a godere di questo lascito.

Ed ecco che il destino si mette di nuovo in azione: il signor Vittorio improvvisamente muore, i buoni postali rimangono di nuovo senza un legittimo beneficiario e si rende necessario aprire nuove indagini.

Come nelle migliori pièces teatrali, arriva l’elemento sorpresa, quello che non ti aspetti, che cambia le carte in tavola e in un soffio risolve tutto: in questo caso l’elemento sorpresa, una sorta di deus ex machina, si chiama Lisetta ed è la fedelissima colf del signor Vittorio.

Lisetta ha prestato servizio presso la famiglia per oltre 50 anni, seguendone le vicissitudini con devozione e rispetto, curando la moglie di Vittorio quando si è ammalata e accudendo l’uomo una volta rimasto da solo.

È a lei che Vittorio decide di lasciare tutti i suoi beni, in segno di ringraziamento e profonda stima, ed è lei che chiude questo intreccio.

Siamo partiti dal signor Giovanni, in Piemonte, abbiamo attraversato il Belgio, siamo ritornati in Italia, cercavamo gli eredi di un uomo, e abbiamo incrociato un’altra vita totalmente estranea, almeno genealogicamente, alla prima.

Ma abbiamo appreso una nuova storia, di quelle che scaldano il cuore.

E anche questo è serendipità.