Il destino li separa, un’eredità li riunisce

Questa storia si dipana tra Biella e la Pennsylvania e a dividere due fratelli non c’è solo un oceano, bensì una sorte tremenda e ingiusta, come solo la vita a volte può esserlo. Ma se il destino separa, un’eredità riunisce.

Anna è una giovane ragazza-madre di Biella che, alla nascita del secondo figlio, si trova suo malgrado costretta a prendere una terribile decisione; se al primogenito riesce infatti, pur con molte difficoltà economiche, a garantire non solo il proprio cognome, ma una casa e un futuro, per il secondo bambino decide di sfidare il destino, affidandolo alle cure di un orfanotrofio della città.

Le vite dei suoi figli Giacomo e Matteo si separano, quando la loro madre si rende conto di non poter assicurare a entrambi una vita dignitosa e sarà costretta a consegnare Matteo alle suore dell’orfanotrofio.

All’età di 4 anni Matteo viene scelto dalla delegazione di un comitato per adozioni internazionali e qui la sua vita si separa per sempre, anche geograficamente, da quella del fratello Giacomo; il bambino viene affidato a una coppia della Pennsylvania, e inizia una nuova vita oltre oceano.

Il bivio è ormai superato, Matteo si sposa, ha 4 figli e non tornerà più in Italia, mentre Giacomo rimane con la madre e, grazie ai sacrifici del suo lavoro, acquista una casa modesta ma dignitosa dove entrambi trascorrono la loro esistenza.

Gli anni passano, i due fratelli non si incontreranno mai e mentre Giacomo finirà i suoi giorni in una casa di cura del biellese, Matteo morirà nel 2018, non senza prima aver riferito ai propri figli delle sue origine italiane.

Ed è a questo punto che entrano in scena gli esperti di Coutot-Roehrig: Matteo lascia i propri averi ai figli, ma per  Giacomo, rimasto solo, si apre la ricerca successoria.

Ricongiungere due famiglie così lontane, rimettere insieme tutti i tasselli e poter dimostrare che i 4 figli di Matteo potevano ereditare il patrimonio, seppur esiguo, di Giacomo, ha comportato un lavoro intenso e lungo, e documenti sparsi tra due continenti.

Ma alla fine Coutot-Roehrig è riuscita a gestire la pratica direttamente in Italia, nonostante una storica pandemia, quella attuale, e riuscendo infine a riallacciare un legame tanto antico quanto profondo.

Non si è trattato infatti di recuperare copiosi averi e ingenti proprietà, Giacomo nel corso della sua esistenza non si era arricchito e la casa in cui aveva vissuto insieme alla madre era frutto dei sacrifici di una vita.

Ma è quel legame ricucito, a essere importante, così tanto da spingere due dei figli di Matteo a richiedere la cittadinanza italiana, esprimendo il desiderio di andare nella casa dove lo zio e la nonna mai conosciuti avevano vissuto, per ricomporre idealmente una famiglia.