Una mamma ritrovata
La storia dell’eredità di Alice
Alice avrebbe forse preferito altro per sé, che un patrimonio consistente in eredità, dopo una vita ad aspettare una mamma sparita nel nulla, ma così il destino ha disposto, quasi a tentare di ripagare tutti quegli anni vissuti in un ricordo che via via andava sbiadendo.
Ed è dai cassetti dei ricordi che Alice ripercorre quel poco di passato che la lega alla madre Maddalena, una giovane donna non sposata, che si guadagna da vivere facendo la parrucchiera, e che non appena scopre di essere incinta viene allontanata dalla sua famiglia.
Siamo a Torino, in epoca postbellica, un periodo in cui mettere al mondo un figlio al di fuori della sacralità del matrimonio rappresenta una grave onta. Per questo che Alice, quando nasce, viene affidata alle cure della famiglia di Graziella, una fidata amica di Maddalena, presente anche al momento del parto.
Quel fagotto di poche ore di vita, avvolto in una coperta, viene portato in gran segreto tra le mura di una famiglia regolare che abita a Porta Nuova, Torino, dove non avrebbe potuto destare grossi sospetti. La vera madre, Maddalena, per 8 anni la va a trovare, cerca di seguire la sua crescita, illudendosi, forse, che così facendo avrebbe mantenuto quell’invisibile cordone ombelicale che la lega a lei.
Alice di queste visite ha vaghi ricordi, gli incontri sono veloci, è come se avesse due mamme, ma solo una, quella acquisita, è colei che la accudisce veramente. Mamma Maddalena, alla fine, è una figura che in più di un’occasione sembra appartenere alla sua fantasia.
Alice cresce, passano gli anni, ne passano per la precisione 8 e arriva il giorno della sua prima comunione, un evento in cui la mamma Maddalena, regalandole una sua foto, le rivela che sarebbe dovuta andar via da Torino per cercare lavoro, ma che sarebbe comunque tornata a riprenderla.
Alice da quel momento aspetta, come solo i bambini sanno aspettare, con pazienza, sofferenza e sognando che prima o poi quel giorno arrivi, perché nonostante l’affetto della famiglia adottiva, lei è la sua mamma che vuole. Passerà i giorni rigirando tra le dita quella foto, non sapendo ancora che per molti anni sarà l’unica cosa che le rimarrà di lei.
Quando viene mandata in colonia in Liguria, Alice viene raggiunta a sorpresa dalla madre per una fugace visita, ma poi, dopo quel giorno, non la incontrerà mai più e continuerà a osservare quella foto molte e molte volte ancora, augurandosi che quel bel volto incorniciato dai capelli scuri e dallo sguardo triste, faccia ancora capolino nella sua vita.
La bambina speranzosa si trasforma in una giovane adulta, si diploma in ragioneria, fa nuove amicizie, ma non smette di sperare, non dimentica la sua vera madre, quella che le aveva promesso di andarsela a riprendere. Cerca di avvicinare il nonno Ettore, il padre di Maddalena, per avere informazioni: ma lui, che viveva nel Canavese, di quella figlia degenere, che aveva partorito fuori dal matrimonio e che aveva disonorato tutta la famiglia, non ne voleva sapere più nulla.
E qui si interrompono per sempre le possibilità di risalire a lei.
Alice conduce la propria vita, si sposa, si separa, poi si innamora di nuovo, ma di figli non ne mette al mondo, quasi che quell’abbandono l’abbia segnata così in profondità da non volersi nemmeno ritrovare dall’altra parte della situazione. Ad un certo punto, come dice lei, si mette il cuore in pace, non pensa più al passato, guarda avanti.
Troppo dolore, troppa attesa e troppa paura di scoprire cose della vita della madre che avrebbero potuto ferirla profondamente.
Ed è proprio quando pensa di aver raggiunto la rassegnazione, all’età di 60 anni e ormai in pensione, che qualcuno bussa alla sua porta e riapre quei cassetti che con fatica aveva chiuso: è la Coutot-Roehrig e le viene annunciato che è la beneficiaria del patrimonio lasciato da Maddalena Pocchiola, la sua mamma naturale.
Subito Alice pensa a uno scherzo, poi di fronte ai documenti e ai fatti si arrende: sua madre era tornata, a suo modo, a riprenderla.
Sì, perché di quel patrimonio consistente in eredità, un appartamento ad Albisola, due garage, due piccoli appezzamenti di terreno, e un deposito di 300.000 euro, in realtà ne avrebbe forse fatto anche a meno, se avesse potuto cambiarlo con una vita trascorsa vicino alla madre.
Ma è proprio in quella eredità che Alice cercherà di ritrovarne le tracce, di ripercorrerne la vita e di trovare, forse, le risposte di quell’abbandono.
Di Maddalena è riuscita a sapere, grazie alle ricerche dei genealogisti di Coutot-Roehrig, che si era sposata, che non aveva avuto altri figli al di fuori di lei, e che nel 2003 era rimasta vedova, vivendo gli ultimi anni della sua vita in solitudine e senza lasciare alcun testamento.
Proprio da quel particolare e visto il patrimonio apparentemente senza eredi, il Tribunale ha incaricato la società francese di effettuare le ricerche, arrivando così fino ad Alice.
Ora tocca a lei cercare di ricostruire il passato, di trovare risposte, e di scoprire magari, tra vecchi documenti, una sua foto da bimba, che le possa rivelare che in fondo, anche lontana, la sua mamma non l’ha mai dimenticata.
La storia dell’eredità di Alice