L’appassionato cartografo e il suo patrimonio senza eredi
L’appassionato cartografo e il suo patrimonio senza eredi che arriva nel Museo Archeologico di Bolzano.
Ci sono interessi e passioni nella vita di un uomo che riescono a sfidare il tempo: lo attraversano in lungo e in largo e finiscono per diventare così preziosi da riposare in un museo, dove tutti possono goderne la bellezza.
Christoph, nome di fantasia, è stato un uomo che ha riempito la propria vita, e letteralmente anche la propria casa, dei suoi maggiori interessi: ingegnere residente a Bolzano insieme alla moglie Karola, amava l’archeologia e la geologia, con una spiccata predilezione per la cartografia.
Attento studioso del Trentino Alto Adige, Christoph è stato il primo a individuare dei ruderi risalenti a 10mila anni fa che rappresentano uno dei tre più importanti allineamenti astronomici del Süd Tirol, zona che aveva mappato con pazienza e precisione certosine, realizzando rilievi millimetrici che coloro che si occupano di cartografia moderna prendono come principale riferimento ancora oggi.
Morto a 82 anni, Christoph aveva accumulato un patrimonio di rilevanza culturale inaudita, che includeva, oltre alle preziose cartine, documenti fondamentali per la storia del territorio e del Paese, come quelli relativi ai siti archeologici risalenti alla prima guerra mondiale e ai primi anni ‘70 del secolo scorso.
E poi i diari, dove raccoglieva tutte le sue osservazioni, i taccuini, dove annotava informazioni accurate e fondamentali, e le foto: la sua collaborazione con gli enti museali della zona era probabilmente motivo di vanto e di orgoglio, ma certamente ha rappresentato una risorsa inestimabile.
Dopo la morte della vedova Karola, tutto l’inestimabile patrimonio culturale ed economico è rimasto in attesa di una collocazione, mancando apparentemente eredi diretti; un patrimonio difficile da gestire, formato non solo da appartamenti, quadri e arredi di notevole caratura, e conti bancari, ma soprattutto da beni di grandissimo valore culturale e scientifico, che, seppure privi di valore commerciale, potevano suscitare un elevato interesse negli addetti ai lavori.
Ed è così che l’intervento degli esperti della Coutot-Roehrig ha potuto destinare ogni componente dell’ingente patrimonio: con meticolosa pazienza è stato inventariato tutto il materiale, seguendo complesse procedure per tutelare nel contempo gli interessi di coloro che sono risultati gli eredi, ovvero dei cugini residenti in Austria e che vagamente ricordavano Christoph e Karola.
In questo preciso caso Coutot-Roehrig ha diretto una vera e propria orchestra polifonica, collaborando da un lato con i funzionari dell’ufficio beni archeologici della provincia di Bolzano, che hanno subito espresso interesse nel 90% del materiale trovato e che hanno partecipato ai sopralluoghi nell’abitazione della coppia, e occupandosi dall’altro di rintracciare i cugini, di tutelarne gli interessi, di organizzare, per il tramite di un’importante Casa d’Aste della zona, la vendita dei beni di pregio e di consegnare infine l’ingente patrimonio ai fortunatissimi, nonché increduli, eredi.
Ancora oggi, presso il Museo Archeologico di Bolzano, è possibile ammirare e apprezzare l’intensità della passione di Christoph.