La Sirena Dell’Avenue Hoche

Alto, bruno, sportivo, Félicien Prist era anche un uomo molto abile. Dottore in Diritto, aveva aperto uno studio di Consigliere Giuridico a Parigi, nell’Avenue Hoche, e aveva rapidamente avuto molta fortuna. Il suo punto debole erano le donne.

Si circondava di belle segretarie, che pagava bene, e che solitamente non tardavano a scivolare nel suo letto. Si stancava però velocemente e l’eletta di turno veniva congedata con un regalo e rapidamente sostituita come segretaria e come amante.

Félicien era infatti sposato, ma non conviveva più con sua moglie, la quale viveva tutto l’anno a Cannes. Libero da ogni restrizione, restava un amico sincero, sempre preoccupato che a lei non mancasse niente. Ad ogni trasferta che lo portava sulla Costa Azzurra, prevedeva sempre qualche giornata a fianco della moglie.

Félicien Prist aveva circa cinquant’anni quando conobbe Brigitte Mareille, trentaduenne bionda molto astuta e abile segretaria di direzione. Brigitte non subì la solita sorte riservata alle altre segretarie.

Mentre imponeva la sua capacità professionale, imponeva contemporaneamente il suo fascino al suo capo, mantenendo però uno stretto riservo. Sembrava che non capisse o non giudicasse come serie le proposte di Félicien, sconcertato da un comportamento al quale non era abituato.

Félicien divenne naturalmente sempre più impaziente: con il pretesto di un appuntamento in periferia per il quale aveva bisogno della sua assistenza, invitò Brigitte a pranzo in un celebre ristorante di Rueil. Ancora una volta, lei lo sorprese con il suo tatto, la sua discrezione, e anche una reale cultura e Félicien si sentiva diventare preda di un nuovo sentimento che gli ricordava gli entusiasmi della sua adolescenza. Ritenendo che fosse il momento opportuno Brigitte cedette alle sue avances.

Brigitte riuscì a trasformare il donnaiolo impenitente in amante fedele e attento. Promossa collaboratrice di alto livello, diventò la compagna dichiarata di Félicien. Vivevano ormai come marito e moglie e la maggior parte dei loro amici e conoscenti li credevano sposati.

Brigitte cominciò a preoccuparsi del suo futuro. Félicien, rimasto vedovo sei anni prima, aveva sempre rifiutato di ascoltare le allusioni che lei faceva su una possibile regolarizzazione della loro unione. Tutto ciò che aveva ottenuto era il beneficio di un’assicurazione sulla vita che le garantiva una rendita che lei giudicava modesta. Gli eventi intanto precipitarono. Una notte troppo agitata portò a Félicien un infarto che parafrasò un’esistenza molto piena. Brigitte corse dal suo notaio. Lui confermò l’assenza di un testamento e la necessità di ricercare gli eredi, tramite il nostro intervento quali genealogisti. Da quel momento, avrebbe fatto mettere i sigilli al domicilio del suo cliente.

Brigitte non rinunciava comunque alle sue speranze. Qualche ora dopo, nel letto del suo nuovo amante, in tutta urgenza, tentò di rimanere incinta. Nonostante la quarantina appena raggiunta, riuscì nel suo scopo. Non appena fu certa della sua gravidanza, annunciò che avrebbe messo al mondo un figlio di Félicien. il noto concubinato in cui avevano vissuto permetteva un riconoscimento giudiziale di paternità.

Da parte nostra, avevamo ritrovato i cugini di Félicien ai quali la legge attribuiva l’eredità in mancanza di testamento e di discendenza. A questa notizia, Brigitte ottenne dal presidente del Tribunale la nomina di un sequestro amministrativo per proteggere gli interessi dell’atteso bambino. Noi richiedemmo allora che si procedesse con un inventario, esaminando tutti i documenti del defunto, per chiarire la situazione che ci sembrava sospetta. E voilà il colpo di scena: nella cassetta di sicurezza, aperta da uno specialista, il notaio trovò un testamento redatto da Félicien, dopo la morte della moglie. Il testo essenziale diceva: “ Privato della felicità di avere dei discendenti da una malattia di giovinezza che mi ha reso sterile, desidero che la mia fortuna sia divisa tra coloro dei miei cugini che abbiano almeno quattro figli …”. A questa lettura, che smascherò il suo inganno, Brigitte sprofondò sotto i mormorii indignati. Quanto a noi, dovemmo soltanto riprendere le ricerche già iniziate e i termini del testamento. Una dozzina di cugini si videro ricompensati del loro ardore di mettere al mondo dei piccoli Francesi. Quanto a Brigitte, donna dalle molte risorse, fu abbastanza abile da farsi sposare dal padre del suo bambino, contemporaneamente conquistato e rassegnato.

Privato della felicità di avere dei discendenti da una malattia di giovinezza che mi ha reso sterile, desidero che la mia fortuna sia divisa tra coloro dei miei cugini che abbiano almeno quattro figli.

Tratto da “Histoires d’Heritages – Souvenirs d’un Généalogiste“ Maurice Coutot.

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